Wat Umong – Il tempio delle gallerie

I FATTI

Wat Umong

Una delle teste custodite a Wat Umong

Wat Suan Umong Phutthatham, che si traduce in ‘Il tempio delle gallerie e giardino Buddha Dhamma’, è più comunemente noto come Wat Umong ed è un tempio buddista costruito 700 anni fa in una zona forestata a ridosso delle montagne del massiccio Suthep, a Chiang Mai. Uno tra i meno conosciuti tra le centinaia di templi buddisti di Chiang Mai, questo originalissimo tempio del 14° secolo è affascinante ed unico e merita senza dubbio una visita. L’intero complesso del Wat Umong occupa una posizione tranquilla su 15 ettari di terreno ancora fittamente boschivo.

LA STORIA

Wat Umong è stato fondato e costruito alla fine del 13° secolo, e più precisamente nel 1297, da Re Mengrai della dinastia Lanna, primo re del Regno dei Lanna e fondatore di Chiang Mai. Secondo la leggenda locale, Re Mengrai soleva consultare regolarmente un monaco che viveva a Wat Umong, un tempio situato all’interno delle antiche mura della città di Chiang Mai. Il monaco residente, Thera Chan, meditava in pace e tranquillità all’interno di un tunnel. Quando la città di Chiang Mai divenne grande ed affollata, Thera Chan trovò sempre più difficile meditare, cosicchè il devoto Re Mengrai ordinò di scavare una serie di tunnel all’interno di una montagnola artificiale in una zona alberata al di fuori della città, ai piedi del monte Suthep, la posizione dell’attuale Wat Umong. Le pareti dei tunnel furono intonacate, e su di loro furono dipinti murales di immagini buddiste – la maggior parte dei quali sono purtroppo scomparsi – e gli furono aggiunti santuari con statue del Buddha. Thera Chan aveva finalmente un nuovo posto dove poter meditare in pace.

Wat Umong

Monaco al cellulare a Wat Umong

Wat Umong fu abbandonato nel corso del 15° secolo, solo per essere restaurato e rioccupato negli anni ’40; nel 1949 ha iniziato la sua funzione di centro di meditazione ed insegnamenti buddisti (vedi paragrafo sotto). Questo lungo periodo di inattività spiega il suo look abbandonato e la sua atmosfera alquanto fatiscente. Oggi Wat Umong è un tempio mantenuto attivo da una serie di monaci residenti; i visitatori possono finalmente usufruire di questo centro alquanto storico per il buddismo .

IL PILASTRO ASHOKA

I giardini del tempio ospitano una copia di un pilastro Ashoka che risale alla fondazione di Wat Umong. Già nel 3° secolo prima di Cristo, il re indiano Ashoka inviò monaci in tutto il Sud e Sud-Est asiatico per diffondere il Buddismo, e un gran numero di pilastri furono eretti nei paesi visitati, incisi con dettagli circa la diffusione del buddismo. Il pilastro Ashoka a Wat Umong è una replica di un pilastro Ashoka situato in Vaishali; un’ulteriore replica è in mostra al museo di Sarnath, paese dove il Buddha ha detto il suo primo sermone.

LE IMMAGINI SPARSE DEI BUDDHA

Wat Umong

Stupa a Wat Umong

La prima cosa interessante che si nota se si cammina verso l’ingresso principale dei tunnel è una curiosa e sorprendente collezione di teste di Buddha, stranezze religiose ed altre reliquie sparse sul terreno tra gli alberi e gli arbusti. Questa raccolta di statue rotte fu iniziata da alcuni fedeli che le portarono lí da vicini tempi abbandonati, ed è ora arricchita da devoti che trovano simili reliquie, o da coloro che hanno un Buddha rotto da sostituire.

GLI ALBERI PARLANTI

Sono certo che apprezzerete gli ‘alberi parlanti’ situati nella piazza sottostante al tempio, che mettono in mostra targhe con proverbi buddisti e parole di saggezza sia in thailandese che in inglese. Tra questi troviamo:

“L’amore è Divino, la lussuria è il diavolo”

“Oggi è meglio di due domani”

“Niente è permanente. Le cose vanno ed vengono ”

“Tutte le cose si creano, esistono e scadono”

“La cosa che piace o che non piace appare, esiste per un solo momento e poi scade”

“Il distacco è un modo per rilassarsi”

LE GALLERIE

Wat Umong

Una delle gallerie tradizionali di Wat Umong

Il percorso conduce poi alla montagnola di terra artificiale sotto il quale vi è un sistema di tunnel sotterraneo di passaggi incrociati. All’interno delle labirintiche gallerie vi sono cellule di meditazione e santuari di venerazione con immagini del Buddha dove i devoti possono prestare rispetto al Illuminato. Una leggenda narra che Thera Chan, l’ai tempi altamente considerato monaco residente, era leggermente squilibrato e aveva l’abitudine di vagare nella foresta per giorni e giorni. Re Mengrai potrebbe aver fatto costruire i tunnel ed aver fatto dipingere le pareti con scene campestri sperando che questi avrebbero fatto desistere il monaco dall’errare nel bosco. Qualunque sia la verità dietro questi tunnel, di sicuro donano al tempio un’aria misteriosa.

IL CHEDI

Sia nella parte frontale che nel retro della montagnola vi sono rampe di scale che portano fino al grande chedi (stupa) in stile Lanna a forma di campana che è stato recentemente restaurato. Questo pittoresco ed imponente chedi si trova proprio in cima alle gallerie sotterranee, e la sua base è solitamente avvolta in un panno arancione. La scala di pietra sul fronte sfoggia serpenti Naga che fungono da balaustre e che terminano con due teste nella sua estremità inferiore; questa scala porta ad alcune delle residenze dei monaci e ad altri fabbricati.

ALTRE ATTRAZIONI

Wat Umong

Buddha ed iscrizioni a Wat Umong

C’è una biblioteca/museo che contiene diversi libri sul Buddhismo, nonché una collezione di arte buddista e di oggetti storici. I tempi di apertura sono esposti, ma il museo a volte chiude in occasione di feste o eventi speciali.

Vicino al museo c’è un’interessante esposizione di riproduzioni di antiche sculture indiane buddiste in pietra, una scuola di lingua Pali, e un edificio al cui interno sono esposti dipinti murali di soggetti spirituali incredibilmente accurati. Le abitazioni dei monaci, o ‘kuti’, sono sparse nella foresta.

STAGNO/LAGO

Se avete tempo extra potete esplorare il parco ulteriormente. Se si passa la montagnola e la pagoda e si segue il sentiero fiancheggiato da boschi e giardini, si emerge presso un piccolo lago. Si tratta di un luogo tranquillo e perfetto per rilassarsi ed avvistare uccelli, farfalle ed altri animali selvatici. Un passatempo popolare tra i locali è dar da mangiare a pesci, anatre e tartarughe. È possibile acquistare il cibo da uno dei venditori lì attorno. La gente del posto affolla il luogo nei fine settimana, passeggiando o sedendo sulle rive del lago.

MEDITAZIONE E DISCORSI DHAMMA

Wat Umong

Sacramenti Dhamma

Il bellissimo tempio, la zona ricca di foresta ed il piccolo lago fanno di Wat Umong un luogo ideale per la meditazione. Le attività meditative e gli insegnamenti buddisti iniziarono subito dopo il restauro di Wat Umong, mentre il Centro Educativo Internazionale di Meditazione e Buddismo (Meditation and International Buddhist Education Center) ha aperto le sue porte nel 2005 con l’obiettivo di diffondere il Buddismo teorico e pratico tra tailandesi e non.

I corsi di meditazione del Wat Umong sono molto conosciuti, e parecchi partecipanti ne hanno commentato positivamente la tranquillità e l’intorno naturale del tempio. Si può scegliere tra il metodo Vipassana, basato sui fondamenti dell’essere presente mentalmente, ed il metodo Anapanasati, che si concentra sulla respirazione. Gli stranieri sono più che benvenuti, ma assicuratevi che le sessioni siano anche in inglese prima di decidere di unirsi alla pratica. Si possono avere informazioni su http://www.dhammathai.org/e/meditation/page23.php

L’altra grande opportunità che hanno i visitatori al Wat Umong è di fare una chiacchierata con monaci che parlano inglese. I discorsi Dhamma (pratica anche conosciuta a Chiang Mai come ‘monk chat’, o ‘chiaccherate coi monaci’) si tengono in inglese ogni domenica tra le 3 e le 6 di sera, quando i monaci si riuniscono presso il padiglione cinese vicino al laghetto per parlare di buddismo e per rispondere alle domande dei visitatori. Ci sono inoltre occasionali sessioni giornaliere improvvisate nelle varie aree di meditazione, e se si è fortunati ci si può unire ad una.

LA MIA VISITA

Wat Umong

Tunnel e sacra immagine a Wat Umong

Il Wat Umong è uno dei miei templi preferiti a Chiang Mai e ci vado ogni volta che mi trovo in città. In particolare mi godo molto il parco ombroso del tempio e la sua atmosfera serena e tranquilla, oltre al fatto che i canti dei monaci che spesso riempono i silenzi di Wat Umong ne fanno un luogo che differisce dai siti piú visitati in Chiang Mai. Wat Umong acquista un’aura magica subito dopo la stagione delle piogge, verso ottobre o all’inizio di novembre: i muri di mattoni della montagnola e le opere in pietra sono coperti di muschio, viti e piccole piante.

Nel complesso, Wat Umong è un luogo davvero interessante da visitare, un posto tranquillo dove trascorrere un po’ di ore, ed un diversivo dal trambusto di Chiang Mai. Consigliatissimo.

COME ARRIVARE

Situato 2 chilometri a ovest della città di Chiang Mai, Wat Umong si trova in una laterale della Suthep Road, appena fuori dal centro della città. È un po’ fuori dai sentieri battuti, e non è facile da raggiungere in bicicletta; si consiglia per cui di usare un mezzo di trasporto. Si può scegliere tra un songthaew – un pick up convertito in bus con due panche situate lateralmente nel cassone – o un tuk tuk; entrambi si fermano alzando la mano e sbandierandola. Il tragitto per Wat Umong dal centro dura sui 10-15 minuti e può costare tra 100 e i 150 thb a persona per tratta.

Se ci volete andare in motorino, Wat Umong è segnalato su ogni mappa gratuita della città che troverete in hotel. Se volete concedervi il piccolo lusso di un taxi privato, il vostro hotel può prenotarvene uno. La tariffa vigente è di circa 250 thb per tratta per la corsa. Wat Umong è aperto tutti i giorni dalle 6 del mattino alle 5 del pomeriggio, e l’ingresso è gratuito.

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About the author

Thomas has a university background in the UK and in Latin America, with studies in Languages and Humanities, Culture, Literature and Economics. He started his Asian experience as a publisher in Krabi in 2005. Thomas has been editing local newspapers and magazines in England, Spain and Thailand for more than fifteen years. He is currently working on several projects in Thailand and abroad. Apart from Thailand, Thomas has lived in Italy, England, Venezuela, Cuba, Spain and Bali. He spends most of his time in Asia. During the years Thomas has developed a great understanding of several Asian cultures and people. He is also working freelance, writing short travel stories and articles for travel magazines. Follow Thomas on www.asianitinerary.com

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