Parco Nazionale di Royal Chitwan – 1

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Pokhara bus station

Pokhara bus station

Parte 1 – Sauraha –

L’atto teatrale della sveglia prima di una partenza lo conosco a memoria e lo recito con diligenza. Divoro le deliziose paste comprate la sera prima al forno di Pokhara, e mi congedo con gli affabili proprietari della guest house che mi ha fatto da casa negli ultimi giorni. Col tempo mi sono abituato a dire addio a gente, luoghi e dimore. Vado, senza voltarmi, senza dispiacere, anzi, so che mi rimane il ricordo delle emozioni del passato e ciò mi accompagna ad affrontare quelle che devono venire, quelle del futuro, legate ai nuovi posti, alle nuove conoscenze, sperando che ce ne siano tante ancora. Mi dirigo zaino in spalla verso la fermata del bus per scoprire una carretta di mediocre qualità già posteggiata nel bel mezzo della strada ghiaiosa, già mezza occupata. Direzione Royal Chitwan National Park.

Bus to Chitwan

Bus to Chitwan

Giusto il tempo per un paio di venditori ambulanti che camminano avanti e indietro con insistenza esponendo in vassoi di cartone grassi bomboloni ricoperti di zucchero dalla cera molto ghiotta e calorifica, poi alle 7.40 l’autista accende il mezzo e nel giro di pochi minuti siamo in partenza. Un fitto e grigio nebbione mattutino ingloba interamente il paese e l’aria all’esterno è fresca; nel giro di una mezz’ora arriviamo sulla strada provinciale che affianca il grandissimo fiume Seti. Lo svogliato e scarburato bus si snoda tra alte stradine che affiancano precipizi da capogiro ma non ci penso, sono stato fortunato ad avere un sedile dalla parte della montagna, nonché, una volta tanto, un autista cosciente che va relativamente piano. Osservo come altri bus turistici ci sorpassano a velocità terrificanti, su queste stradine frastagliate e piene di buche e di sassi franati dall’alto; sfrecciano a pochi centimetri dalle deboli pietre che delimitano il sottile confine tra la strada e l’abisso, e che fanno la differenza tra turisti in gita e turisti sul fondo del fiume.

Seti river

Seti river

Lasciate le montagne e le colline, ci si avventura in una arida e noiosa pianura che continua per chilometri fino ad arrivare ad una stradina secondaria semi sterrata che ci conduce al paese più vicino al Parco Nazionale, l’ultimo raggiungibile per strada asfaltata. Da qui solo un sentiero di sabbia conduce a Sauraha, avamposto della giungla, un piccolo villaggio dal quale i turisti si organizzano le visite al Parco Nazionale Royal Chitwan.

Bus stop at Sauraha

Bus stop at Sauraha

Scendo dal bus e vengo irrimediabilmente schiacciato a terra da un caldo umido e fastidioso, una bella differenza dall’arietta fresca di Kathmandu e di Pokhara. Evito i soliti assalitori che mi propongono un hotel di loro scelta ed opto per una jeep privata in compagnia di un altro turista italiano. La sgangherata jeep ci conduce tra stradine sassose e case di terriccio e paglia, affiancando ruscelli e risaie immense, fino ad arrivare in paese. Percorro a piedi la sabbiosa sponda del fiume e studio con attenzione Sauraha: un agglomerato di spartani ristoranti e agenzie di viaggi per i turisti, ed un centinaio di semplici case, delle quali solo alcune di mattoni. Quelle fatte di bambù, fango e paglia sono abitate da contadini dell’etnia Tharu, i quali sfoggiano molteplici tatuaggi tribali ed orecchini dalle strane forme; le loro stalle sono palafittate e sotto lo stesso tetto convivono galline, buoi, bufali d’acqua e capre.

chitwan wooden shack

chitwan wooden shack

Numerose donne lavano panni e piatti ai lati della strada, si spulciano pidocchi dalla testa a vicenda, bimbi nudi o seminudi giocano nella polvere e l’occasionale jeep scoperta, senza parabrezza né portiere, scarrozza i turisti per portarli ai punti di partenza delle varie attività nella giungla.

Mangio un boccone nella terrazza di un grazioso locale all’aperto dal tetto di bambù e poi m’incuriosisce un boschetto dove scorgo enormi elefanti al pascolo, di quelli da trasporto turisti, tutti con le zanne spuntate. Entro nel recinto di uno dei tanti ‘jungle lodge’, gli alloggi nella giungla, delle vere oasi verdi paradisiache. In questo, l’affabile proprietario mi offre di vedere una graziosa capanna. La stanza è accogliente e spaziosa, una finestra enorme dà sulla spaziosa veranda in legno palafittata, completa di sedie in vimini e tavolino ricavato da un tronco; sono a soli 100 metri dal fiume, il confine del Parco; ora tra me e la lenta acqua dai riflessi verdastri vi è solo sabbia. La prendo.

Tharu museum at Sauraha

Tharu museum at Sauraha

Esco e mi incammino verso il museo del parco, un luogo rudimentale ma altresì completo; all’interno di un piccolo padiglione vi sono varie mostre fotografiche dedicate alla flora ed ai diversi tipi d’insetti e serpenti, alcuni velenosi come cobra o vipere, che si trovano all’interno della riserva, dove inoltre risiedono rinoceronti e tigri, nonché antilopi, scimmie, leopardi e sciacalli. Siamo nel Terai, una stretta fascia di terra piatta e fertile situata tra le montagne dell’Himalaya e il confine con l’India; è una regione dal clima subtropicale che riceve enormi quantità di pioggia durante la stagione dei monsoni. Grazie a queste caratteristiche geografiche il Terai è coperto, in parte, da foreste d’acacie, ceiba e shisham, nonché da una gran varietà di erbacee, alcune delle quali possono raggiungere altezze di 8 metri! Ed è proprio grazie ad un quotatissimo giro a dorso d’elefante tra l’erba elefantina che le varie guide in divisa stazionate all’uscita del museo mi consigliano di non perdermi l’avvistamento dei famosi rinoceronti di Chitwan. Ogni guida ha la sua zona, il suo prezzo definito o meno definito, e ognuno mi consiglia di non prendere decisioni affrettate, così non lo faccio e mi congedo con diplomazia.

Sunset at Sauraha

Sunset at Sauraha

Osservo un tramonto da cartolina seduto in uno dei vari bar sulla spiaggia; la bianca sabbia ritiene ancora il calore del giorno, ed un enorme e rossissimo sole sparisce a vista d’occhio dietro il verde scuro della fitta giungla, riflettendosi sulle calme acque del fiume. Si è fatto buio e l’illuminazione pubblica è praticamente inesistente; le zanzare approfittano del clima fresco e circolano affamate, costringendomi ad abbandonare la spiaggia, ora buia ed inquietantemente, per il sentiero asfaltato.

Sunset at Sauraha

Sunset at Sauraha

Ho una torcia con me, ma dopo soli cinque minuti di cammino vengo inglobato da una fitta e densa nebbia che nemmeno la luce della torcia riesce a penetrare. Poco più avanti la strada asfaltata si converte in sterrato, e presto terminano pure le case in vista, al ché comincio a dubitare. Sarà la strada giusta? Che non lo è me ne accorgo dopo un bel po’ di cammino, quando raggiungo la riva del fiume in un punto che mi sembra molto più avanti dell’hotel. Faccio dietro-front e ci vuole del tempo per tornare al bivio che ho mancato in precedenza; lo imbocco ed in breve arrivo a destinazione.

Mi corico in branda. La base del letto è durissima ma sento che si dormirà bene, cullato dal suono delle cicale e dal cinguettio dei vari uccelli nelle vicinanze.

PARTE 2: https://asianitinerary.com/it/royal-chitwan-national-park-2/

PARTE 3: https://asianitinerary.com/it/royal-chitwan-national-park-3/

CHITWAN SU INTERNET: https://en.wikipedia.org/wiki/Chitwan_District

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About the author

Thomas has a university background in the UK and in Latin America, with studies in Languages and Humanities, Culture, Literature and Economics. He started his Asian experience as a publisher in Krabi in 2005. Thomas has been editing local newspapers and magazines in England, Spain and Thailand for more than fifteen years. He is currently working on several projects in Thailand and abroad. Apart from Thailand, Thomas has lived in Italy, England, Venezuela, Cuba, Spain and Bali. He spends most of his time in Asia. During the years Thomas has developed a great understanding of several Asian cultures and people. He is also working freelance, writing short travel stories and articles for travel magazines. Follow Thomas on www.asianitinerary.com

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