Mercato Galleggiante di Ta-Ling Chan – Memorie di un canale fluviale

Ta-Ling Chan

Una donna prepara dei noodles

Il mio cuore era pieno di energia già alle prime ore del mattino: ero riuscito, nei miei sogni, a vivere in anticipo la magia del viaggio. La mia destinazione era un canale fiorente e la sua linfa vitale, il famoso mercato galleggiante di Ta-Ling Chan.

Arrivai in una tarda mattinata quando il mercato era già affollato. I venditori esponevano la loro merce su entrambi i lati del canale. Ta-Ling Chan combina lo stile di vita tradizionale lungo i canali con la rigogliosa natura circostante, e la metà dei suoi commercianti sono agricoltori locali che vengono a vendere i loro prodotti di stagione.

Ta-Ling Chan si distingue dagli altri mercati galleggianti: qui i turisti possono comprare cibo dalle barche, e poi mangiarlo comodamente seduti su zattere che galleggiano nel canale. Da lì, la domenica mattina, si possono osservare gli studenti delle scuole del posto che suonano musica tradizionale Thailandese; gli stessi studenti si esibiscono nei giardini vicini il sabato a mezzogiorno e la domenica pomeriggio, per la gioia dei visitatori.

Ta-Ling Chan

Attraenti calamari alla brace

Non lontano, nei pressi di una fontana, le guide invitavano i turisti ad acquistare un biglietto per un viaggio lungo il canale. Un ufficiale ci informò sui servizi speciali che operano il fine settimana quando l’afflusso di gente è maggiore.

Il mercato galleggiante di Ta-Ling Chan nacque nel 1987 da un’idea di Khun Prachum Jareanlap – l’allora sindaco del quartiere omonimo. Inizialmente il mercato fu impostato per essere un centro commerciale per prodotti e beni agricoli. Successivamente, furono i commercianti stessi a proporre di integrare la vendita di artigianato e di merci, creando la cooperativa di Ta-Ling Chan. Negli ultimi 20 anni, il mercato ha operato con questa filosofia.

Ma torniamo alla mia visita. In un primo momento la barca navigava lungo le sponde del canale Klong Bang Khun Sri, oggi conosciuto col nome di Klong Chak Phra, dove file di case tradizionali tailandesi miste a qualche struttura moderna si alternano a lotti coltivati a vegetazione poco comune. Pur essendo in città, c’è un feeling armonioso nel modo collettivo in cui le persone vivono nelle aree in prossimità del canale.

Ta-Ling Chan

Una venditrice di cibo “galleggiante”

Il nome Klong Chak Phra proviene da una tradizione chiamata Chakphra che in passato si teneva il secondo giorno del dodicesimo mese lunare. Le barche che trasportavano le reliquie del Buddha percorrevano i canali dal tempio Wat Nang Chi fino alla foce del canale Klong Bangkok Noi, per poi virare a destra, seguire il corso del fiume Chao Phraya e rientrare al tempio di Wat Nang Chi.

La nostra barca navigò poi lungo il canale principale che passa dal tempio Wat Koh. Il bivio dove il canale Klong Mol si divide in due canali – il Klong Bang Chueak Nang a sud e il Klong Bang Noi a ovest – crea un’isola nel fiume da cui il nome del tempio, Wat Koh (Koh significa isola in tailandese). L’interno del tempio è tranquillo e silenzioso grazie al fatto che nessun veicolo può avvicinarcisi.

La destinazione seguente, il Wat Kam Peng, è un tempio eretto durante il periodo di Ayutthaya; vanta strisce di stucco negli archi, meravigliose finestre che furono restaurate durante il regno del Re Rama III, nonché magnifici affreschi ancora integri.

La barca entrò in un piccolo canale, le case divennero meno frequenti e predominarono i giardini coltivati. Pochi istanti dopo, arrivammo ​​in un giardino di orchidee dove ci furono concessi 20 minuti per riposare, rinfrescarci, e, naturalmente, per comprare delle orchidee. La barca poi si diresse di nuovo verso il primo bivio fermandosi per una visita al tempio Wat Pak Nam, un luogo dove ogni essere vivente è considerato sacro. Comprammo del pane e lo diedimo da mangiare ai pesci, un atto simbolico di sostegno a delle creature viventi, qualcosa che di solito la gente di città non ha la possibilità di fare.

Ta-Ling Chan

Ed alla fine una meritata zuppa di noodles

La luce del sole nella tarda mattinata rese l’aria afosa. Osservammo dei bambini che saltavano in acqua, divertendosi e sbracciandosi per salutare i turisti sulle imbarcazioni. Alcuni di loro eseguivano dei veri salti acrobatici. Le risate ed i sorrisi di quei bambini innocenti ci diedero una sorta di sollievo dal clima torrido. La barca tornò al percorso originale per una visita al negozio di Mae Sam-ang, dove i turisti possono acquistare degli spuntini di Khao Laam (riso glutinoso arrostito nel bambù). Infine, rientrammo al mercato di Ta-Ling Chan; fu lì che il mio stomaco iniziò a ringhiare per la fame.

Un vento umido accarezzò la mia faccia; chiusi gli occhi per assorbire la natura attorno a me, le persone, il fluire, la vita… ero semplicemente infatuato da questa esperienza, che avrebbe sicuramente attecchito alla mia memoria per un lungo tempo a venire.

Come arrivare

Ci sono diverse strade per arrivare a Ta-Ling Chan. Quella che ho scelto comincia dal ponte di Krung Thon, passa il South Bus Terminal, poi si mantiene a sinistra nella corsia parallela e gira a sinistra al primo vicolo, gira a destra al primo bivio, poi va dritto e gira a sinistra fino ad un incrocio dove, alla fine della strada, si vedrà il mercato galleggiante Ta-Ling Chan – vicino al Municipio del distretto di Ta-Ling Chan.

 

Share This

About the author

Thomas has a university background in the UK and in Latin America, with studies in Languages and Humanities, Culture, Literature and Economics. He started his Asian experience as a publisher in Krabi in 2005. Thomas has been editing local newspapers and magazines in England, Spain and Thailand for more than fifteen years. He is currently working on several projects in Thailand and abroad. Apart from Thailand, Thomas has lived in Italy, England, Venezuela, Cuba, Spain and Bali. He spends most of his time in Asia. During the years Thomas has developed a great understanding of several Asian cultures and people. He is also working freelance, writing short travel stories and articles for travel magazines. Follow Thomas on www.asianitinerary.com

View all articles by Thomas Gennaro