Basantapur Durbar Square – Magica Kathmandu – Parte 2

  • boudhnath

GIORNO 2

oggetti Tibetani a basantapur durbar square

oggetti Tibetani a basantapur durbar square

Inizio l’esplorazione dal Thamel Chowk – il mercato di Thamel – per arrivare dapprima ad una piazza chiamata Thahiti Tole, che ospita uno stupa al suo centro e un templio dall’aspetto medievale al lato, il Nateshwar Temple. Raggiungo Asan Tole, che è noto come l’incrocio più caotico della vecchia città; qui, nel mercato all’intersezione tra sei strade principali, si riuniscono dall’alba al tramonto venditori di spezie, di frutta e verdura, compratori e passanti. E non potevano di certo mancare i templi, alcuni dei quali induisti: uno piccolo, dedicato a Vishnu, uno a due piani del dio elefante Ganesh, uno a tre piani, della dea dell’abbondanza, Annapurna, la quale dà il nome ad una famosa catena montuosa himalayana tra le più alte, e uno ottagonale dedicato a Krishna. Da qui proseguo per un altro dei mercati di Kathmandu, l’Indra Chowk, centro  dei mercanti di tessuti e della vendita di pietre e braccialetti.

Poco prima di arrivare alla zona storica di Durbar Square, mentre passeggio tra incasinati vicoletti dove sventolano bandiere di preghiera e dove la mucca di turno mangia i poster pubblicitari affissi alle pareti, faccio la conoscenza di un negoziante, anche lui con la puja in fronte, il quale mi insegna a giocare a Bagh Chaal, il gioco nazionale del Nepal, rassomigliante alla dama ma con protagonisti quattro tigri e 20 pecore. Lo scopo del giocatore che ha le tigri è di scavalcare, sulla scacchiera, le pecore dell’avversario e così mangiarsele. L’altro per difendersi deve a sua volta intrappolare le tigri per renderle inoffensive, bloccandone i passaggi tra la ragnatela della scacchiera. Le pedine e la scacchiera sono generalmente di bronzo e fatte a mano, e se ne trovano di diverse dimensioni. Davanti allo stupore del mio compagno di gioco, di un suo amico e di vari passanti radunati attorno al tavolo ai margini della strada, riesco astutamente a vincere due partite su tre, vuoi aiutato dalla fortuna del principiante, ma pure dovuto ad un paio d’errori del mio avversario, il quale mi fa i complimenti. Ci salutiamo e riprendo la passeggiata.

Tempio Nateshwar

Tempio Nateshwar

Basantapur Durbar Square, sito Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è vasta e maestosa, e pullula di edifici che presentano un’architettura tipicamente nepalese, oltre a templi, stupas (monumenti religiosi buddisti contenenti reliquie del Buddha), gompas (monasteri buddisti) ed ogni tipo di monumento; sembrano tutti conservati in un ottimo stato, solo alcuni sono chiusi per restauro. Da menzionare il vecchio edificio attorno al quale sorge la citta, il Kastamandap, il palazzo dedicato al Dio Hanuman, i tempi dedicati alle varie divinita, il Tempio di Taleju, quello di Jagannath, il Nautale, ed un tempio in onore di Shiva. Un paio di vacche gironzolano per la piazza indisturbate; turisti e nepalesi si dividono lo spazio con i numerosi e diffusissimi risciò.

Sulle scalinate del tempio più grande, mentre contemplo la magnificenza della piazza e osservo le decine di giovani e turisti che fanno foto alle bellezze circostanti, faccio la conoscenza di una delle tante guide sherpa. È molto amichevole, quest’ometto piccolo e magro che mi offre la sua esperienza per portarmi in un trekking nelle montagne, mostrandomi il suo libro di raccomandazioni scritte dai vari turisti che ha accompagnato in passato come prova della sua bravura e affidabilità. Mi da il suo numero di telefono prima di scendere le scale e sparire dietro le scalinate.

Rimango seduto osservando il viavai nella piazza sottostante e ne approfitto per leggere informazioni sui vari monumenti sulla guida. La coloratissima entrata del palazzo reale in fronte, dove vivevano il Re nepalese e i membri della famiglia reale prima del massacro compiuto dal principe erede al trono qualche anno or sono, è ben custodita. Fisicamente, da militari dell’esercito nepalese ben armati, in divisa e caschetto bianco, e spiritualmente da una coppia di enormi tigri in pietra cavalcate da divinità, dovutamente dipinte con colori vivaci, le quali hanno il compito di cacciare gli spiriti malvagi. Appollaiata su una di queste sculture, una lesta scimmietta afferra veloce le noccioline offertole da un santone di passaggio.

L'Autore a Kathmandu

L’Autore a Kathmandu

Entro nel tempio della Kumari, il Kumar Ghar, attendendo una trentina di minuti per vederne l’apparizione ma senza successo, rischiando i continui bombardamenti di sterco dei piccioni che popolano gli antichi sottotetti ed i bellissimi balconi di legno della residenza. La Kumari, ovvero ‘dea vivente’, non è altro che una giovane bambina scelta tra tante che simboleggia la purezza. Di tanto in tanto si affaccia ad una delle finestre della sua dimora; dicono che una sua apparizione può esserti di buon auspicio per anni a venire, e per questa ragione centinaia di locali tentano la sorte giornalmente con una visita nel cortile del palazzo. La Kumari rimane tale fino a quando il suo corpo non emana sangue, e dovuto a ciò le fanno condurre una vita di semi-clausura e piena di attenzioni e precauzioni per evitare che si ferisca. Inevitabilmente, sarà in ogni caso sostituita nel momento delle sue prime mestruazioni.

La visita alla storica Basantapur Durbar Square mi ha notevolmente appassionato. Il variopinto mercatino al lato della piazza è ben fornito, ed ha un non so ché di antico; i venditori sono tutti tibetani che commercializzano riproduzioni di reliquie di antiche civilizzazioni himalayane. È qui che acquisto il mio bel Bagh Chaal di bronzo ad un prezzo ragionevole dopo un’interessante negoziato con uno dei simpatici venditori.

Proseguo a sud di Basantapur Durbar Square fino ad arrivare alla mitica Jochne, ribattezzata Freak Street negli anni ’70 per l’afflusso degli hippy in città durante quegli anni, quando odori di incenso, bambini che giravano ruote di preghiera, locande economiche, ristoranti e negozi spirituali erano lo standard. Mi siedo in un caffè, ordino uno spuntino e osservo attorno a me; di certo Freak Street ha perso buona parte del suo genuino fascino, ma la sua storia e la sua posizione nel cuore di Kathmandu la rende una destinazione conosciuta ed apprezzata tra i turisti.

Rientro in hotel e valuto un programma fuori dalla citta per i prossimi giorni…

 

Per saperne di piu clicca http://en.wikipedia.org/wiki/Basantapur_Durbar_Square (solo in inglese)

Share This

About the author

Thomas has a university background in the UK and in Latin America, with studies in Languages and Humanities, Culture, Literature and Economics. He started his Asian experience as a publisher in Krabi in 2005. Thomas has been editing local newspapers and magazines in England, Spain and Thailand for more then fifteen years. He is currently working on several projects in Thailand and abroad. Apart from Thailand, Thomas has lived in Italy, England, Venezuela, Cuba, Spain and Bali. He spends most of his time in Asia. During the years Thomas has developed a great understanding of several Asian cultures and people. He is also working freelance, writing short travel stories and articles for travel magazines. Follow Thomas on www.asianitinerary.com

View all articles by Thomas Gennaro