No! non avrai bisogno di nient’altro
Ma degli odori delle spezie e dell’aglio,
E del sole che splende, e delle palme, e delle tintinnanti campane dei templi;
Sulla strada per Mandalay . . .
“Rudyard Kipling”
Birmania, Birmanie, Myanmar, Burma. Il paese evoca serene immagini culturali e tropicali nella mente del viaggiatore. Quando un amico di Bali mi propose un breve viaggio in Birmania, non ci pensai due volte: richiesi il visto turistico e prenotai un volo nella nuova rotta della Airasia: da Kuala Lumpur a Mandalay.
Myanmar era spesso nelle news a quei tempi, come del resto ancora lo è oggigiorno. Il suo regime totalitario aveva iniziato ad aprirsi al mondo, creando così le prerogative per una crescita senza precedenti, alimentata sia da investimenti internazionali che dall’arrivo di stormi di turisti.
Mandalay in sé mi riportava alla mente le tante volte che avevo cercato di immaginarla come un luogo romantico, prima di rendermi conto che Kipling non l’aveva ha mai visitata, che la poesia parlava della nostalgia e del desiderio dell’Impero Britannico per l’esotismo d’Asia, e che, infine, il luogo a quei tempi era tutto fuorché romantico: piuttosto piccolo, sporco e polveroso.
Situata sulle rive del possente fiume Irrawaddy, Mandalay, città di 800.000 abitanti, la seconda del paese in termini di dimensioni dopo Yangoon, è la capitale dell’ultimo regno birmano indipendente ed è infatti una delle principali destinazioni turistiche della Birmania. Mandalay è rinomata per la sua ricca storia, pur avendo solo 150 anni in un paese di città millenarie, ed è senza dubbio il centro culturale della Birmania. Le sue attrazioni includono viste spettacolari del tramonto da Mandalay Hill, spettacoli di musica tradizionale, artigianato, e incredibili destinazioni nella sua periferia.
Avevo informazioni a sufficienza per il mio breve soggiorno a Mandalay…