Il baruk è la sezione principale di una longhouse tradizionale Bidayuh, nel Borneo malese. Nei vari distretti locali, il baruk veniva chiamato con termini differenti dai diversi gruppi Bidayuh, secondo il loro dialetto. Per esempio, nel Padawan il baruk era chiamato ‘Panggah’, mentre a Serian è conosciuto come ‘baluh’ o ‘balui’. Si può in ogni caso affermare che il baruk è importante simbolo delle persone di etnia Bidayuh nel Sarawak.
La storia narra che nel passato il baruk era un luogo di congregazione per i guerrieri Bidayuh. L’interno di un baruk è di solito pieno di armi, gong, maschere di legno e altri effetti personali. Sul soffitto di un Baruk vi si appendevano crani umani appartenenti agli antichi nemici della comunità in questione, uccisi dai guerrieri Bidayuh. Questo è il motivo per cui un baruk era a volte conosciuto come casa-incontro.
Si ritiene che quando il popolo Bidayuh era ateo e pagano, il baruk serviva come luogo per cerimonie culturali, o per praticare Adat Oma, una religione spirituale del tutto simile a quella che gli indiani americani praticavano, omaggiando alla terra, le montagne, le foreste, i fiumi e tutto ciò che era legato alla natura ed agli spiriti. Era nel baruk dove il popolo Bidayuh ballava.
Trovo incredibile e sorprendente che piccole comunità di persone così primitive sono riuscite a costruire edifici tanto spettacolari senza nessun tipo di tecnologia. È questa loro creatività che tanto mi rende attratta al disegno architettonico del baruk.
Ma lasciate che vi sveli qualcosa di sorprendente: le comunità Bidayuh non hanno mai usato chiodi di ferro per costruire le loro case, e lo stesso vale per il baruk. Questi edifici robusti e duraturi sono tenuti insieme con corde fatte di corteccia di albero e di rattan.
Questo mi è stato ribadito dalla maggior parte degli anziani della mia comunità. Quando ho incontrato il capo villaggio di Kampung Opar, mi ha confermato che l’architettura di un baruk utilizza un sistema di giunti per tenere assieme i materiali usati per la sua costruzione. Ha pure aggiunto che i Bidayuh si preoccupano molto per la ventilazione, ed utilizzano un sistema di convezione termica per mantenere la struttura del baruk fresca all’interno.
Ovviamente, la costruzione di un baruk segue una procedura ben consolidata. Il baruk è rotondo e costruito sollevato da terra. Le colonne sono di legno massiccio, il pavimento di bambù o di legno, mentre il tetto è di paglia. Un baruk ha una sola porta, che si raggiunge salendo una scalinata. La finestra di un baruk è il suo tetto, parte del quale può essere aperto o chiuso a seconda delle necessità di ventilazione; un sistema rimarchevole direi. L’interno di un baruk di solito comprende una stufa tradizionale ed un camino, utilizzato principalmente come cucina durante determinati eventi come il festival Gawai Dayak, o durante i rituali. Il baruk è solitamente posizionato proprio nel bel mezzo di un villaggio Bidayuh per renderlo di facile accesso alla popolazione del villaggio.
Il Baruk è infatti un elemento molto importante per ogni tribù, un patrimonio che deve essere conservato perché le generazioni future lo possano ammirare, in quanto è un elemento significativo del popolo Bidayuh, già che simboleggia la loro identità. Mi trovo totalmente d’accordo con il ministro locale Dato Sri Micheal Manyin quando dice che oggigiorno il baruk è qualcosa del tutto appropriata per soddisfare le moderne esigenze della comunità Bidayuh e non deve essere considerato solo come una casa-incontro.
Le parole non bastano per descrivere la grande icona che è un baruk, quindi vi invito a visitarne uno di persona al fine di vivere il suo accattivante design. Sono pochi i posti dove potete trovare un autentico baruk: al Sarawak Cultural Village, a Kampung Opar nel municipio di Bau, ed a Kampung Benuk a Padawan. Buon baruk!