Bali: il giorno di Nyepi

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ONe of the giant ogoh-ogoh

Il Nyepi Day, o giorno di Nyepi è il capodanno secondo la tradizione animista-induista. Nyepi significa letteralmente silenzio, e questo silenzio a Bali si trasforma in una delle celebrazioni più eccezionali del mondo. Nyepi si basa su di un calendario chiamato Saka, proveniente dal Sud dell’India e arrivato in Indonesia all’incirca nel 465AD, che è 78 anni indietro rispetto al calendario gregoriano. A Bali nel 2013 ci si augura buon 1935!

Questi auguri rimarranno però tra I famigliari e tra le mura di casa, o fatti via telefonica. Questo perché nel giorno di Nyepi a Bali tutti, inclusi i non Indù, gli stranieri ed i visitatori, rimangono in casa, senza elettricità e senza potere nè cucinare nè usare mezzi di trasporto. A queste restrizioni si aggiungono l’astenersi dall’accendere fuochi, dall’usare fonti di energia elettrica, dal far sesso e dal lavorare. Bali, l’isola che non si ferma (quasi) mai, diventa incredibilmente silenziosa per 24 ore, e la notte Nyepi è completamente buia.

Il senso di questo silenzio e dell’astensione ad uscire di casa e ad essere per strada è spiegato dalla credenza popolare che le divinità maligne visitano l’isola durante quel giorno, e perciò devono credere che Bali sia deserta ed andarsene, per lasciare l’isola in pace per un altro anno. In realtà lo scopo principale delle astinenze di Nyepi è di spingere tutti ad una introspezione sui valori personali, e di pregare il Dio Supremo – Sang Hyang Widhi Wasa – perché mantenga il mondo in armonia.

Nyepi a Bali viene preso con serietà, e migliaia di Pecalang, agenti di sicurezza in sarong, maglietta e cappello neri, si occupano di assicurarsi che tutti aderiscano alle regole e che il silenzio e l’assenza di gente dalle strade siano osservati, scortando a casa i trasgressori. In alcune zone dell’isola le sfiduciate autorità arrivano addirittura ad imporre la sospensione dell’erogazione elettrica. Resta da specificare che sia l’aereoporto che i vari porti navali dell’isola sono chiusi per 24 ore, e che a parte le strutture di ricezione turistica e gli ospedali, il resto delle attività lavorative chiude i battenti il Nyepy Day.

I RITI DI NYEPI

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Burning the ogoh-ogoh before the start of Nyepi day of silence

MELASTI: Ogni villaggio porta immagini divine e templietti ad una spiaggia o ad un fiume, accompagnati da un’orchestra di Gamelan, in lunghe e colorate processioni che culminano in una preghiera rivolta all’oceano per purificare le impurità umane e dell’universo. Sono cerimonie che hanno anche lo scopo di attirare i demoni fuori dai luoghi in cui si nascondono. Durante queste processioni si preparano gli animali da sacrificare per il Nyepi, e alcuni dei partecipanti vengono ‘posseduti’ dai demoni stanati e si esibiscono in spettacolari e sconvolgenti danze accompagnate da grida e gesta.

TAWUR KESANGA e CARU: Questo è un rituale che si svolge il giorno prima di Nyepi, durante il quale si sacrificano galline, anatre, capre e a volte anche mucche o bufali, e che simbolizza una ricerca di protezione dal male e dalle forze negative umane e dell’universo. Il rito culmina in una delle parate più grandi di Nyepi, la processione degli Ogoh-Ogoh, giganteschi fantocci costruiti con montature di bamboo e coperture di sacchi di tela e cartapesta. La creazione di queste opere d’arte che raffigurano mostruosi demoni pitturati in colori vivaci simboleggianti il male, i quali uccidono e straziano nelle maniere piu cruente ed inimmaginabili uomini donne e bambini, dura settimane ed è curata da giovani artisti provenienti dai vari villaggi, per assicurarsi che la tradizione continui nelle nuove generazioni. Gli Ogoh-Ogoh generalmente hanno la forma di esseri mitologici dalle sembianze mostruose, con dita minacciose e volti spaventosi, ispirati dalla filosofia Indù.

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Carrying the ogoh-ogoh bamboo platform in a mountain village

Le parate carnevalesche degli Ogoh-Ogoh si tengono dopo il tramonto alla vigilia del Nyepi, ai crocevia principali dei villaggi, luoghi dove i demoni si incontrano, e dove i sacerdoti eseguono i loro esorcismi. Qui, gruppi di otto o più i giovani sollevano piattaforme di bambù e tavole di legno che sostengono gli Ogoh-Ogoh e le portano in giro per il villaggio, ruotandoli in senso antiorario tre volte ad ogni incrocio del villaggio, cosi stabilendo un contatto con spiriti del male. Per scacciare questi spiriti maligni, i giovani gridano a squarciagola megedi megedi! (via, via!), insistenti musiche suonate da orchestre giovanili di Gamelan complete di tamburi, latte, cembali e gong accompagnano le cerimonie, ed è comune l’uso di razzi, petardi e fuochi artificiali durante le parate. Infine, a sera inoltrata, gli Ogoh-Ogoh vengono bruciati, e le loro ceneri portate ai cimiteri come simbolo di purificazione. In caso alcuni di questi demoni sopravvivano alla nottata, è credenza che se ne vadano comunque il giorno dopo, quando l’intera isola è immersa nel silenzio totale.

 

Per saperne di più, clicca www.indo.com/culture/nyepi.html

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About the author

Thomas has a university background in the UK and in Latin America, with studies in Languages and Humanities, Culture, Literature and Economics. He started his Asian experience as a publisher in Krabi in 2005. Thomas has been editing local newspapers and magazines in England, Spain and Thailand for more than fifteen years. He is currently working on several projects in Thailand and abroad. Apart from Thailand, Thomas has lived in Italy, England, Venezuela, Cuba, Spain and Bali. He spends most of his time in Asia. During the years Thomas has developed a great understanding of several Asian cultures and people. He is also working freelance, writing short travel stories and articles for travel magazines. Follow Thomas on www.asianitinerary.com

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